17 dicembre 2024
Un inizio di stagione che a dire deludente è poco.
Alcuni dati per riepilogare l'aria inquinata che si respira nella capitale:
3 allenatori diversi visti in panchina;
1 i punti medi fatti a partita;
8 le sconfitte (ogni due partite, la squadra è uscita sconfitta una volta);
18 goal fatti, 23 subiti;
120 milioni spesi nel mercato estivo.
Vecchia guardia
La prima valutazione da fare è sui senatori della squadra, ovvero Pellegrini, Cristante, Mancini, Dybala. Sono veramente all'altezza di risollevare questa squadra? Spoiler: NO.
Se sono anni che la Roma vacilla e lotta per un posto per l'Europa che non conta, la colpa è da attribuire ai senatori. I giocatori vanno e vengono, come gli allenatori, ma loro restano e i risultati sono sempre quelli.
Pellegrini sono due anni che delude, ad esclusione di un mese di prestazioni degne di nota all'arrivo di De Rossi come allenatore. Lui che dovrebbe essere il collegamento tra difesa e attacco, è un piccolo pesce fuori d'acqua. Lo si ringrazia per tutto quello che ha dato per la maglia gialla rossa, ma credo che sia arrivato il momento che le strade tra il capitano e la squadra del suo cuore si separino. Oppure che faccia un passo indietro e si accontenti di un posto da comprimario.
Cristante, uno che ha sempre dato tutto. Purtroppo gli anni passano e come le sue prestazioni che sono in costante declino. Non è più all'altezza di essere titolare, però ottimo comprimario.
Mancini il mastino della squadra, il combattente che nel bene o nel male ci mette la faccia. Anche se non è il miglior difensore che la Roma abbia avuto, se lo si affianca ad uno dell'esperienza e la solidità di Hummels può fare ancora il suo. Questo vale anche per N'Dicka, difensore forte sia fisicamente che tecnicamente, un po' meno a livello caratteriale. Di fatto, per una difesa a tre, Mancini, Hummels e N'Dicka si completano. Pertanto i centrali difensivi non sono un grosso problema per la Roma, che anche grazie ad un sontuoso Svilar, non subisce molto.
Dybala, giocatore che ancora molti tifosi esaltano, ma che oramai dati alla mano è un mezzo giocatore. Non si può affidare la sorte di una squadra ad un'atleta che ti garantisce 45 minuti a partita. Un fenomeno che fu, visto che da quando è nella capitale e soprattutto in questa prima parte di campionato ha deluso molto. Non ci si può accontentare di un giocatore strabiliante come l'argentino, per qualche sporadico colpo di genio. Non saranno all'altezza i suoi compagni di reparto? Il centrocampo non si inserisce e non fa da collante? Sta di fatto però che a referto si contano 2 goal (di cui 1 su rigore) e 0 assist. A voi le conclusioni.
Nuovi innesti
Un calciomercato estivo che a definirlo una Caporetto sembra quasi un complimento.
Di 120 milioni spesi, solamente Konè è riuscito ad emozionare e convincere i tifosi a suon di palloni recuperati e chilometri su chilometri percorsi correndo dal primo all'ultimo minuti. Nel vedere Konè giocare, non si riesce a capisce se sia il primo o il novantesimo minuto. Rivelazione.
Dovbyk si è presentato bene, ma poi il suo entusiasmo si è affievolito con i risultati che non arrivavano. L'ucraino nelle ultime uscite è sembrato fuori forma. C'è da dire che non ha mai rifiatato da agosto e i giocatori come lui dominanti fisicamente devono essere al cento per cento per dare il meglio di loro. Le doti le ha e la Roma deve attenderlo e avere pazienza, vedasi Dzeko. L'unico dubbio che si ha è quello del suo carattere, che ad oggi è sembrato un po' fragile, ma glielo si potrebbe giustificare vista la sua nuova esperienza calcistica in un nuovo Paese e in un nuovo modo di giocare. Ora gli serve la cura Ranieri. Spuntato.
Su Iturbe c'è poco da dire. Scusate, volevo scrivere Soulè. Sarà il classico giocatore che verrà dato in prestito per n stagioni fino a che non scadrà il contratto. Il bello che non balla.
Le Fèe ha giocato veramente poco per dargli un giudizio. Sarà un caso che con tre diversi allenatori il campo lo abbia visto con il binocolo? Mister X.
Saelemaekers per le poche partite fatte prima dell'infortunio è sembrato un buon giocatore. Ottimo come tredicesimo giocatore, il degno erede di El Shaarawy. Good vibes.
Cosa non va
1. Partiamo dal primo dei due veri problema di questa squadra, ovvero i terzini. In un calcio dove il ruolo di terzino è fondamentale, presentarsi con Çelik, Angeliño, Dahl, Adbul Abdulhamid, Sangarè e Zalewski è sinonimo di fallimento. Dai tempi di Spinazzola (e non quello che si è visto nelle ultime due stagioni) la Roma non ha un terzino adeguato. Di sei terzini, l'unico che potrebbe giocare in Serie A è lo spagnolo Angeliño. Gli altri non giocherebbero titolari nemmeno con le squadre che lottano per la salvezza. Ah giusto, la Roma sta lottando per la salvezza. Ancora ci si sta chiedendo come l'illuminato Juric schierasse titolare Zalewski; il polacco con i suoi errori ha regalato goal su goal agli avversari, vedasi contro la Juventus. Con lui in campo era come iniziare la partita con un goal di svantaggio. Su Çelik ci si domanda ancora come possa essere stato promosso da riserva della riserva a titolare.
2. Ora passiamo al centrocampo. Oltre a Konè c'è ben poco da essere ottimisti; si salva forse Pisilli, giovane di prospettiva. Pellegrini e Cristante come già descritto sono oramai ex calciatori. Le Fèe non è stato il giocatore che ci si aspettava. Paredes con l'arrivo di Raniere sembra essere rinato, ma dopo due prestazioni non bisogna essere affrettati con le conclusioni. Alla Roma manca un regista che imposti il gioco dal basso e un centrocampista più offensivo che si inserisca in area di rigore.
3. Il reparto offensivo con appena 18 goal in 16 partite non crea e non finalizza ed è questo il secondo vero problema di questa squadra. La Roma nonostante sia la quinta squadra a tirare di più (14 tiri a partita) segna pochissimo. Sono mancati i goal e gli assist di Dybala. E' mancato il cinismo di Dovbyk. E' mancata una riserva dell'ucraino, avendo Shomurodov in panchina. E' mancata la staffetta Dybala e Soulè, in quanto quest'ultimo è sembrato troppo acerbo. Baldanzi non sembra all'altezza di poter giocare in una big italiana, anche se il sottoscritto credeva molto in questo talento. In conclusione e in poche parole non vi è stato alcun giocatore offensivo all'altezza, tutti hanno deluso.
Cosa va
Le uniche e poche note positive di questo inzio di stagione:
Svilar, certezza
Hummels, esperienza e sicurezza
Konè, stacanovista
E aggiungiamoci El Shaarawy e Saelemaekers che il loro contributo lo danno sempre.
Cosa fare
E quindi cosa c'è da fare per risollevare una squadra ferita, sprofondata in un limbo che sembra non aver fine? Per prima cosa l'obiettivo della stagione è quello di raggiungere il prima possibile quota 40 punti in campionato per assicurarsi la salvezza. E poi? E poi puntare tutto sulle coppe, ovvero Coppa Italia e Europa League, così da poter non far passare la stagione 2024/2025 come la peggiore dell'epoca del calcio moderno.
Mentre, in vista del futuro, quali sono gli step per la risalita:
ripianificare tutto partendo dalla costruzione di una solida struttura organizzativa societaria, individuando per prima cosa come nuovo CEO una figura esperta che conosca il calcio italiano (che conosca il calcio dovrebbe essere scontato, ma non lo è);
mettere in dubbio Ghisolfi e credere se sia il DS che possa riportare una squadra come la Roma nei posti dove merita di stare;
una presenza più costante a Roma dei Friedkin;
individuare un nuovo allenatore per la prossima stagione e acquistare giocatori adatti al suo modo di giocare;
iniziare a rifondare la squadra già a partire dal mercato di gennaio, sbarazzandosi delle scorie e individuando gente con una mentalità vincente.
Su questo ultimo punto mi vorrei soffermare. Alla Roma servono nuovi innesti, e questo è alla luce di tutti. Ma quali? Ecco la risposta:
tre terzini, con Angelino l'unico da confermare, ma come riserva;
un centrale giovane da far crescere al fianco del tedesco, così che in due anni possa rimpiazzare Hummels e Mancini;
un regista, alla Pizarro, alla Pjanic, uno che sappia tenere le redini della squadra e possa dettare il ritmo del fraseggio;
un centrocampista alla Pellegrini, nella versione di tre anni fa però;
due esterni titolari che sappiano puntare e dribblare i difensori, così da creare una superiorità numerica e possano servire Dovbyk "Come Dio comanda";
un fantasista in attacco, che rimpiazzi Dybala, ma giovane, da far crescere e su cui costruire attorno una squadra, una nuova squadra.
Siamo arrivati al termine di questa lunga seduta di terapia. Vi lascio con questa frase estratta dal romanzo di Dino Buzzanti "Il deserto dei Tartari":
"Era l'ora delle speranze e lui meditava le eroiche storie che probabilmente non si sarebbero verificate mai, ma che pur servivano a incoraggiare la vita".
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